Tutti si affrettano a darmi consigli, come se io fossi una deficiente, come se io fossi incapace di andare avanti nel modo giusto. Solo che il mio modo giusto è solo mio. Mi sono stancata delle parole degli altri, incomincio ad esserne allergica. La mia solitudine sentimentale è una scelta, pur costandomi molta fatica. Marco è ancora nel mio cuore e la sua presenza è forte, fortissima.
Quando l'ho visto, per poco non mi è esploso il petto. Lui, invece, deglutiva a fatica: aveva il pomo d'adamo mezzo paralizzato. Se non avessi avessi avuto quei brutti ricordi a ricordarmi del perché di tutto questo casino, credo che mi sarei lanciata tra le sue braccia e da lì non mi sarei mossa più. Quanto tutto andava bene, lui era il mio senso di protezione, la mia voglia di sorridere, la mia pace e la mia passione. Ora è un misto di sogno e incubo. Ora è bisogno di stargli alla larga.
Ci soffro tanto. Mi pare impossibile amarlo così tanto ancora e avere paura di stargli accanto. Ed è impossibile pensare che lui mi ami così tanto come dice, e vederlo trattarmi come la peggiore delle cose.
E' tutto basato sulla confusione. E' tutto come una stanza piena di oggetti che volano senza forza di gravità, pronti a colpirti, seppur involontariamente.
Però ora devo concentrarmi sul sole che, oggi, è caldo e mi fa venire voglia di bicicletta e di gelato.
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