domenica 26 settembre 2010

Qual è la risposta?

Non so come raccontare 'sta cosa, però prima ti voglio dire che è vero: il senso della vista influenza terribilmente l'olfatto. Tienilo a mente.
Ho comprato un bagnodoccia al cioccolato. Non so che m'è preso -di solito ho gusti classici-, sta di fatto che mi sono portata a casa questo tubone marrone con la scritta in oro.
Stasera, quindi, doccia al cioccolato.
L'acqua scrosciava sulla mia pelle, leggermente raffreddata dal vento di oggi. Ascoltando Mengoni, ho preso il tubone marrone e ho spremuto sul palmo della mano. Un getto marrone è schizzato un po' sulla mano e un po' sul vetro. La mia mente ha percepito, seppur erroneamente, "merda sul muro" mentre il mio naso "cioccolato profumato". Ha vinto la percezione cacca e, quindi, sono stata male di stomaco.
Ora la mia domanda è: il cioccolato è di color cacca o la cacca è di color cioccolato?

giovedì 23 settembre 2010

Non mi lamenterò più, te lo prometto

Ho imparato a non lamentarmi più di cose inutili ed è stato facile. Mi sono bastati dieci minuti precisi. In realtà me ne sarebbero potuti bastare molti meno, ma è stata la sorpresa a farmi perdere tempo.
Lei era bella anche gonfia, con le occhiaie color pozzanghera e con la flebo attaccata che, con le sue gocce, scandiva i miei dieci minuti. Le ho baciato la guancia fredda, scoprendo che aveva perso il suo profumo di freschezza: odorava di ferro arrugginito. Poi le ho sorriso e lei ha risposto, con la strana rigidità di chi sorride con altruismo per non farti piangere. Non ho pianto, però, minuto dopo minuto, ho capito che, se al mattino ti svegli, profumi di te stessa e riesci a pensare a un progetto a breve scadenza, non puoi lamentarti di niente.
Finché non riprofumerai di te, cara amica mia, non mi lamenterò più di niente. E quando starai meglio non mi lamenterò lo stesso, perché dovremo giocare a vivere felici.

venerdì 17 settembre 2010

Sociologicamente euforica

Mi sono iscritta a sociologia. Non ti dico che emozione...

sabato 10 luglio 2010

Budino alla crema nei paraggi.

La tristezza è un po' come un budino. Hai presente? Ti entra dentro e cerca di occupare tutti gli spazi possibili, poi si indurisce e se te lo vuoi togliere dalle balle ti tocca sbatterti a testa in giù, con l'incertezza della riuscita.
Non sono per niente triste: nulla mi è entrato dentro, nulla si è espanso, nulla ha occupato i miei spazi interiori "budinando"; però ci sono vicina: sono giorni che mi sento malinconica. Mi sto preparando alla colata di budino alla crema. Vorrei proprio fregarla, farle trovare pienezza spettacolare.
Devo riflettere, calcolare, progettare...

giovedì 27 maggio 2010

TraGGGGedia

A chi mi segue dall'inizio voglio dire che il mio amatissimo banchiere si sta nuovamente "riportando". Prima o poi, presa da ossessiva violenza benefica, gli strapperò il riporto con una cesoia arroventata.

martedì 11 maggio 2010

Esofagite con il reflusso

Esofagite da reflusso è l'ultima "cosa" che mi è venuta. Roba da non credere: finalmente ho qualcosa di fisico e non di psicologico/psicosomatico/ansioso da dover affrontare. In un certo senso ne sono contenta, anche se la parola "reflusso" mi fa venire in mente il rigurgito della mucca. Non credo d'esserlo, nel senso - e non solo in questo senso- che non ho mai rigurgitato niente, però senso di acidità sì e tanta; non a caso mi sono morte due piantine mentre sussurravo loro paroline carine. Decedute per piogge acide. Poverine. Sono un'assassina di pianticelle.
Il termine "esofagite da reflusso"mi fa anche innescare una serie di pensieri sessuali, non so come mai. In termini diretti, credo che l'esofagite da reflusso sia estremamente fallica: io divento un pene e il reflusso è la mia eiaculazione. Ecco qua.

mercoledì 5 maggio 2010

Mano nella mano

Il centro del mondo è in una mano.
Un tempo credevo che quella mano fosse di Marco. Nella felicità gliela stringevo delicatamente, nella tristezza e nel malessere mi ci aggrappavo con forza. La sua mano era il nucleo della mia vita. E lui ricambiava in modo meraviglioso.
Ora il centro del mio mondo è sempre una mano, ma la mia. Me ne sono resa conto oggi, mentre ordinavo un etto di prosciutto crudo, percependo il solito fastidio allo stomaco e la solita sudarella che danno il via all'attacco di panico. Ho capito che dovevo aggrapparmi a qualcosa, magari al carrello, a una semplice bottiglia di pomodori, al tubetto di maionese, invece ho preso la mia mano destra con quella sinistra e l'ho stretta forte, fortissima, fortissimissima. In un certo senso sdoppiata, con me che chiedevo conforto a me, è stata una strana contraddizione, un appoggiarsi con tutto il peso a una costruzione di Lego che il più delle volte crolla. Se non crolla, però, allora ogni costruzione di Lego potrebbe non rompersi e rialzarti.
E la mia non si è rotta.
Se non hai mai camminato mano nella mano con te stesso, dovresti provarci, almeno una volta: è una storia nuova, è un assoluto senso di solitudine gioioso, una forza libera che fa crescere una piantina di basilico anche in inverno, col ghiaccio sui vetri della macchina.

venerdì 30 aprile 2010

Che poesie avrebbero sfornato se...

La domanda mi assilla da ieri.
Trovati i miei quaderni della terza superiore, mi sono imbattuta in una mia analisi del testo di "Nebbia" di Pascoli. Una roba talmente deprimente...
Le anafore, le contrapposizioni, i cimiteri,i morti, il pessimismo stratosferico...
Mi chiedo: ma se a quei tempi fossero esistiti gli antidepressivi, che poesie avrebbero sfornato poeti come Leopardi o Pascoli?

martedì 30 marzo 2010

La ruota gira

Lei,
la mia collega di lavoro,
quella che sa tutto,
quella che, quando seppe dei miei problemi di panico, se ne uscì con una frase di una superficialità disarmante tipo: "Chi soffre di attacchi di panico è una persona immatura.", ribadendolo più volte con arroganza e fastidio.
Ecco lei.
Lei ora è diventata immatura.

venerdì 26 marzo 2010

Gioia e pioggia

La mia gioia ipocondriaca
s'arrampica nella mia gola
e là rimane,
come un batuffolo di cotone.
Morbida come un soffio timido,
ruvida come un pizzico di segatura
si prende gioco di me,
sotto la pioggia di oggi
che cade e se ne va,
come se questa terra non avesse porti
o piazzole
o strade
o prati.
Come se la terra non esistesse.
Come se non esistessi io.
Come se il mio cuore,
celato nell'uggiosa emozione,
fosse truffato nell'assenza.
Se io avessi un desiderio,
ora e adesso,
adesso e ora,
t'afferrerei, mia gioia,
e ti sputerei lì,
dentro la pioggia senza radici
e senza tempo
e senza spazio,
per tenermi stretta la malinconia.

giovedì 25 marzo 2010

:-)

E' colpa della stanchezza se qui non sono più passata. Arrivo alla sera stanca e stralunata con la voglia di di bermi un tè alla menta e farmi una chiacchierata virtuale con Mario, se capita. Tutto il resto è un groviglio di iperattività: dormo poco e corro tanto e, quando mi fermo, punto le punte dei piedi al pavimento e zaczaczac vado su e giù. Insomma non trovo pace, però sono contenta.
Contenta di cavarmela da sola, nonostante la mia plateale insicurezza. Va bene così, quindi.

P.S.: tra i lettori che mi seguono, sulla destra del blog, vedo una vagina all'aria o ho le cosiddette traveggole?

venerdì 5 febbraio 2010

Tutto bene

Tutto scorre, nel senso che la mia vita va avanti, ma non sempre riesco a starle dietro. Se ti interessa, i miei attacchi di panico sono sempre più rari, però -e questo però è bello grosso- la mia ansia è vitale e, quindi, rendendosi conto che con gli attacchi di panico non c'è più molta trippa per gatti, ha deciso di incalanarsi nella mia mente di notte e con una puntualità quasi pignola.
All'una in punto, quasi ogni notte, mi sveglio urlando con la sensazione di morte imminente. Brutto eh? Allora ho deciso di battagliare anche con questa cosa e, perciò, da circa una settimana metto la sveglia a mezzanotte, mi alzo, mi metto a guardare un po' fuori tra i buchini delle tapparelle e sogno belle cose, mi invento rumori soavi e odori piacevoli, nonostante la sotterranea paura di trovarmi, tra un forellino e l'altro qualche passante notturno che mi fa: "Piripiripriri". Poi me ne torno a letto e buonanotte al secchio.
Io e Marco, ora, ci siamo avvicinati, siamo civilmente uniti. Lui è cambiato, io pure. Siamo due cose diverse che si cercano, si sorridono, ma a distanza e, per ora, è bello così. Tra un messaggino e una telefonata stiamo bene, poi se ci capita di incontrarci per strada ci scappa anche un bacio sulla guancia e ciao, io a destra e lui a sinistra.
E Teresina è felice.

martedì 5 gennaio 2010

Potresti farmi capire che succede?

Da giorni non riesco a commentare nè sui blog degli altri nè sul mio. Quando clicco su commenti mi si apre una finestra tutta bianca con un quadratino piccolo e azzurro in alto a sinistra e il pc fa un rumorino tipo "gup". Sai cosa potrebbe essere? Non capisco proprio.

Auguroni. Si possono fare gli auguri per il primo il 5 Gennaio?