Esofagite da reflusso è l'ultima "cosa" che mi è venuta. Roba da non credere: finalmente ho qualcosa di fisico e non di psicologico/psicosomatico/ansioso da dover affrontare. In un certo senso ne sono contenta, anche se la parola "reflusso" mi fa venire in mente il rigurgito della mucca. Non credo d'esserlo, nel senso - e non solo in questo senso- che non ho mai rigurgitato niente, però senso di acidità sì e tanta; non a caso mi sono morte due piantine mentre sussurravo loro paroline carine. Decedute per piogge acide. Poverine. Sono un'assassina di pianticelle.
Il termine "esofagite da reflusso"mi fa anche innescare una serie di pensieri sessuali, non so come mai. In termini diretti, credo che l'esofagite da reflusso sia estremamente fallica: io divento un pene e il reflusso è la mia eiaculazione. Ecco qua.
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1 commento:
Ciao Nua, buongiorno tanto.
Sai una cosa? Quando dici "finalmmente ho qualcosa di fisico..." mi stride parecchio.
Non è esattamente così, non è come quando ti rompi un braccio, sono due cose diverse.
Ti parlo di me per farti capire cosa intendo: il mio rapporto con la colite non è un fatto prettamente fisico, anzi la sua fisicità è solamente il risultato di una tensione mentale in un qualche punto, che si ripercuote sulla muscolatura del mio addome e che mi porta alla colite.
Ora, a cinquantanniquasicinquantuno, la mia sicurezza è aumentata e la colite è divenuta un allegro meteorismo mattutino.
Perdonami se entro nei particolari, ma mi sembrava il caso.
Insomma, noi non siamo due cose distinte: o siamo il tutto oppure siamo miliardi di cellule. Due (testa e corpo) no.
La parte fallica mi sembra parecchio autoerotizzante.
Sei sempre splendidamente leggera, un salutone da un Giardino umido, fradicio, quasi abbandonato.
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