martedì 31 marzo 2009

Condividere

Sono ancora troppo schiava del periodo ipotetico.
E se...
E se...
E se...
Questo vuol dire vivere male, stare male e non godersi nulla, nemmeno una pizza con un compagno di corso.
All'appuntamento ci sono andata per un soffio, grazie a una forma di ribellione rara, un'incazzatura dell'ultimo secondo, perché se io avessi ascoltato i miei "E se...", non avrei nemmeno aperto la porta di casa.
"E se mi gira la testa mentre sono al ristorante?"
"E se mi viene un attacco di panico mentre stiamo parlando?"
"E se inizio a sudare e avere la tachicardia?"
"E se mi sento svenire?".
Insomma alle 20.15 di sabato ero ancora a casa, pronta a chiamare Lorenzo e trovare una scusa tipo "Ho la febbre.", "Ho un mal di testa pazzesco." L'idea di avere una scusa pronta, che suppliva a una via di uscita, mi ha un po' calmata e poi, all'improvviso, sono stata presa dall'ira e giù le parolacce liberatorie: porca troia, merda, fottuta stronza, vaffanculo mondo, puttana di una vacca stratorsferica, culo merdoso, ecc., ecc..
Rossa come un peperone bollito, con fronte e sottonaso sudaticcio, ho aperto la porta e sono andata. "Vai Fede, vai!" mi sono incoraggiata e via, verso l'incognito.
L'incognito è stato bello e rilassante, anche se ci ho dato di gamba, nel senso che la destra mi tremava sotto il tavolo, mentre si parlava di inglese, del professore con simpatico accento siciliano e del casino del "to do" che ancora non riesco a capire bene.
Il tremore mi è scomparso, come in una magia fiabesca, quando, presa da coraggio omerico, gli ho detto dei miei problemi di panico. Avevo proprio necessità di dirgli della scusa che volevo trovare per non uscire con lui, dei dubbi e dei miei "e se...".
Così, dopo essermi calmata e dopo aver capito che Lorenzo mi aveva capita, ho compreso che, alla base della mia serenità, c'è la condivisione: con-di-vi-de-re è il verbo del mio assolutismo mentale, della mia pace interiore e della mia emotività. Condividere è, per me, stare bene, sorridere e gioire di tutto.

5 commenti:

Frankie Palla ha detto...

Rossa come un peperone?
Se non ricordo male il tema "peperoni colorati" è stato già trattato in un precedente post culinario, in cui si affermava che il rosso ed il giallo peperone...non è più quello di una volta.

Culo merdoso?
Ma che parolaccia è culo merdoso?
Queste sono cose che si sentono nei film commerciali, destinati ad essere visti da milioni e milioni di persone che mal sopporterebbero parolacce reali che loro stessi dicono tra le 4 mura, allora le addolciscono con un pizzico di escrementi.

Non so se il compagno di corso abbia gioito del tremolio della gamba destra sotto il tavolo. I rimanenti "pizzaioli", che sicuramente hanno notato il tremolio sotto al tavolo, avranno pensato...che femmina ansiosa?
boh!!

nua ha detto...

Vabbè, la prossima volta metterò "rossa come un savoiardo", perché non ci sono più i savoiardi di una volta.
Tutto ciò che è commerciale io l'adoro. Non sono una intellettuale radical chic. Pensa che ho chiesto anche l'autografo a Marco Carta e non mi sono sentita scema, anzi. La prossima volta dirò culo d'oro o culo selvatico. Il selvatico è commerciale?
Femmina? Sono più un'arisa che una femmina.

Anonimo ha detto...

Oh, veramente, questo post potevo scriverlo pure io. Stesse incazzature, stessi "e se...", stesso tutto. Anni fa, ogni tanto, svenivo. Non so perchè. Ma svenivo. Svenivo di brutto! Poi ho scoperto che mi succedeva solo quando pensavo "Oh, se vado in questo posto, SICURAMENTE, svengo!", e così succedeva. Soluzione? Ho smesso di pensarci! Olè! Comunque, davvero, ti stra-capisco. PS. Per gli "e se..." ci sto ancora lavorando...

Lila ha detto...

E se.. mi astenessi dai commenti?
Dai, che te la stai cavando egregiamente. Battersi a testa alta, col culo comunque lo si senta fa parte di quegli eroismi che ogni giorno ci permettono di aggiungere una spannatina allo specchio. Un giorno chissà, ci chiederemo: e se non ci avessi provato?
Io non svengo e non mi accadono cose "romantiche" come un attacco di panico, ma quando sono nervosa sudo... e maleodoro, come a marcare uno spazio dove gli altri non possono arrivare... e soprattutto non vogliono più! ;)
che vuoi, ciascuno ha la propria strategia.

un cronista ha detto...

"Condividere è l'essenza della vita"... tuonò seria una voce in aria, e riprese... "A suon di dividere e far condividere elementi ed atomi, cose e mondi, gira e rigira... o non ci ho fatto un'universo!?"... poi la voce si ritirò, ci aveva un mondo da fare.

con condivisa gioiezza
un cronista altrove