giovedì 27 maggio 2010
TraGGGGedia
A chi mi segue dall'inizio voglio dire che il mio amatissimo banchiere si sta nuovamente "riportando". Prima o poi, presa da ossessiva violenza benefica, gli strapperò il riporto con una cesoia arroventata.
martedì 11 maggio 2010
Esofagite con il reflusso
Esofagite da reflusso è l'ultima "cosa" che mi è venuta. Roba da non credere: finalmente ho qualcosa di fisico e non di psicologico/psicosomatico/ansioso da dover affrontare. In un certo senso ne sono contenta, anche se la parola "reflusso" mi fa venire in mente il rigurgito della mucca. Non credo d'esserlo, nel senso - e non solo in questo senso- che non ho mai rigurgitato niente, però senso di acidità sì e tanta; non a caso mi sono morte due piantine mentre sussurravo loro paroline carine. Decedute per piogge acide. Poverine. Sono un'assassina di pianticelle.
Il termine "esofagite da reflusso"mi fa anche innescare una serie di pensieri sessuali, non so come mai. In termini diretti, credo che l'esofagite da reflusso sia estremamente fallica: io divento un pene e il reflusso è la mia eiaculazione. Ecco qua.
Il termine "esofagite da reflusso"mi fa anche innescare una serie di pensieri sessuali, non so come mai. In termini diretti, credo che l'esofagite da reflusso sia estremamente fallica: io divento un pene e il reflusso è la mia eiaculazione. Ecco qua.
mercoledì 5 maggio 2010
Mano nella mano
Il centro del mondo è in una mano.
Un tempo credevo che quella mano fosse di Marco. Nella felicità gliela stringevo delicatamente, nella tristezza e nel malessere mi ci aggrappavo con forza. La sua mano era il nucleo della mia vita. E lui ricambiava in modo meraviglioso.
Ora il centro del mio mondo è sempre una mano, ma la mia. Me ne sono resa conto oggi, mentre ordinavo un etto di prosciutto crudo, percependo il solito fastidio allo stomaco e la solita sudarella che danno il via all'attacco di panico. Ho capito che dovevo aggrapparmi a qualcosa, magari al carrello, a una semplice bottiglia di pomodori, al tubetto di maionese, invece ho preso la mia mano destra con quella sinistra e l'ho stretta forte, fortissima, fortissimissima. In un certo senso sdoppiata, con me che chiedevo conforto a me, è stata una strana contraddizione, un appoggiarsi con tutto il peso a una costruzione di Lego che il più delle volte crolla. Se non crolla, però, allora ogni costruzione di Lego potrebbe non rompersi e rialzarti.
E la mia non si è rotta.
Se non hai mai camminato mano nella mano con te stesso, dovresti provarci, almeno una volta: è una storia nuova, è un assoluto senso di solitudine gioioso, una forza libera che fa crescere una piantina di basilico anche in inverno, col ghiaccio sui vetri della macchina.
Un tempo credevo che quella mano fosse di Marco. Nella felicità gliela stringevo delicatamente, nella tristezza e nel malessere mi ci aggrappavo con forza. La sua mano era il nucleo della mia vita. E lui ricambiava in modo meraviglioso.
Ora il centro del mio mondo è sempre una mano, ma la mia. Me ne sono resa conto oggi, mentre ordinavo un etto di prosciutto crudo, percependo il solito fastidio allo stomaco e la solita sudarella che danno il via all'attacco di panico. Ho capito che dovevo aggrapparmi a qualcosa, magari al carrello, a una semplice bottiglia di pomodori, al tubetto di maionese, invece ho preso la mia mano destra con quella sinistra e l'ho stretta forte, fortissima, fortissimissima. In un certo senso sdoppiata, con me che chiedevo conforto a me, è stata una strana contraddizione, un appoggiarsi con tutto il peso a una costruzione di Lego che il più delle volte crolla. Se non crolla, però, allora ogni costruzione di Lego potrebbe non rompersi e rialzarti.
E la mia non si è rotta.
Se non hai mai camminato mano nella mano con te stesso, dovresti provarci, almeno una volta: è una storia nuova, è un assoluto senso di solitudine gioioso, una forza libera che fa crescere una piantina di basilico anche in inverno, col ghiaccio sui vetri della macchina.
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