Ho imparato a non lamentarmi più di cose inutili ed è stato facile. Mi sono bastati dieci minuti precisi. In realtà me ne sarebbero potuti bastare molti meno, ma è stata la sorpresa a farmi perdere tempo.
Lei era bella anche gonfia, con le occhiaie color pozzanghera e con la flebo attaccata che, con le sue gocce, scandiva i miei dieci minuti. Le ho baciato la guancia fredda, scoprendo che aveva perso il suo profumo di freschezza: odorava di ferro arrugginito. Poi le ho sorriso e lei ha risposto, con la strana rigidità di chi sorride con altruismo per non farti piangere. Non ho pianto, però, minuto dopo minuto, ho capito che, se al mattino ti svegli, profumi di te stessa e riesci a pensare a un progetto a breve scadenza, non puoi lamentarti di niente.
Finché non riprofumerai di te, cara amica mia, non mi lamenterò più di niente. E quando starai meglio non mi lamenterò lo stesso, perché dovremo giocare a vivere felici.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
che bello è, il tuo cuore...
Io non mi lamento più da parecchio. Mi sono stufato delle lamentele, mie e altrui.
Grazie Chica. Anche il tuo non scherza!
Io canto "Deeper inside", se proprio non ce la faccio più. Sei carino a lamentarti delle lamentele!
(grazie per queste parole... terrò bene a mente quello che hai scritto, a volte è troppo facile dimenticarsene.)
Posta un commento