Non so come raccontare 'sta cosa, però prima ti voglio dire che è vero: il senso della vista influenza terribilmente l'olfatto. Tienilo a mente.
Ho comprato un bagnodoccia al cioccolato. Non so che m'è preso -di solito ho gusti classici-, sta di fatto che mi sono portata a casa questo tubone marrone con la scritta in oro.
Stasera, quindi, doccia al cioccolato.
L'acqua scrosciava sulla mia pelle, leggermente raffreddata dal vento di oggi. Ascoltando Mengoni, ho preso il tubone marrone e ho spremuto sul palmo della mano. Un getto marrone è schizzato un po' sulla mano e un po' sul vetro. La mia mente ha percepito, seppur erroneamente, "merda sul muro" mentre il mio naso "cioccolato profumato". Ha vinto la percezione cacca e, quindi, sono stata male di stomaco.
Ora la mia domanda è: il cioccolato è di color cacca o la cacca è di color cioccolato?
domenica 26 settembre 2010
giovedì 23 settembre 2010
Non mi lamenterò più, te lo prometto
Ho imparato a non lamentarmi più di cose inutili ed è stato facile. Mi sono bastati dieci minuti precisi. In realtà me ne sarebbero potuti bastare molti meno, ma è stata la sorpresa a farmi perdere tempo.
Lei era bella anche gonfia, con le occhiaie color pozzanghera e con la flebo attaccata che, con le sue gocce, scandiva i miei dieci minuti. Le ho baciato la guancia fredda, scoprendo che aveva perso il suo profumo di freschezza: odorava di ferro arrugginito. Poi le ho sorriso e lei ha risposto, con la strana rigidità di chi sorride con altruismo per non farti piangere. Non ho pianto, però, minuto dopo minuto, ho capito che, se al mattino ti svegli, profumi di te stessa e riesci a pensare a un progetto a breve scadenza, non puoi lamentarti di niente.
Finché non riprofumerai di te, cara amica mia, non mi lamenterò più di niente. E quando starai meglio non mi lamenterò lo stesso, perché dovremo giocare a vivere felici.
Lei era bella anche gonfia, con le occhiaie color pozzanghera e con la flebo attaccata che, con le sue gocce, scandiva i miei dieci minuti. Le ho baciato la guancia fredda, scoprendo che aveva perso il suo profumo di freschezza: odorava di ferro arrugginito. Poi le ho sorriso e lei ha risposto, con la strana rigidità di chi sorride con altruismo per non farti piangere. Non ho pianto, però, minuto dopo minuto, ho capito che, se al mattino ti svegli, profumi di te stessa e riesci a pensare a un progetto a breve scadenza, non puoi lamentarti di niente.
Finché non riprofumerai di te, cara amica mia, non mi lamenterò più di niente. E quando starai meglio non mi lamenterò lo stesso, perché dovremo giocare a vivere felici.
venerdì 17 settembre 2010
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