giovedì 28 maggio 2009

Addobbata a rincoglionimento

Attacco di panico in macchina, al semaforo.
Questa volta è partito tutto dallo stomaco: ho sentito un languore, poi sudore e sudore, batticuore e respiro corto. Ho pensato "Ora muoio!", invece sono sopravvissuta anche questa volta. Ho svoltato a destra, ho fermato l'auto, ho aperto le portiere e mi sono gettata a terra. Per la prima volta me ne sono fregata della gente, di chi mi guardava, se mi guardava, non me ne fregava niente. Volevo solo essere all'aperto, toccare terra e muovermi, perché quando mi muovo sembra che tutto diminuisca.
Mi sono sentita molto sola, presa da una morsa marmorea, staccata da tutti i miei bei sentimenti che non sento più, drogata d'indipendenza e -porca merda!- questo attacco di panico è stato proprio una bella gettata d'indipendenza. Non ho chiamato Alessio, non ho nemmeno preso il cellulare per chiamare una fottuta ambulanza. Ho solo pensato: "Se muoio, muoio, che cazzo me ne frega?".
Fregarsene della morte, in quei momenti, significa tornarsene a casa sbattuta come un maglioncino in centrifuga, ma fiera e decisa, senza nemmeno pensare al tizio che, forse, ha pensato mi fossi fatta qualche fumata strana. Poi mettici le coccole di Teresina e non ho nemmeno avuto il bisogno di prendermi la medicina sfondainconscio.
Ora sto bene, addobbata a rincoglionimento, ma sto bene.

martedì 26 maggio 2009

Post scriptum

La mangiamosche cresce. In mezzo alle foglie dentate le è spuntato un prolungamento un po' strano che va su, sempre più su, verso il cielo. Credo sia una pianta maschia e quel coso là ne è la prova. La mia piantina carnivora ha il pisello. Lo dico con una certa allegra timidezza, perché ogni volta che le passo accanto, mi viene da sorridere e questo basta a non darla più via come volevo fare.


lunedì 25 maggio 2009

Non lo voglio il senso

Ieri uno mi fa che, se non dai un senso alla tua vita, sei nella merda. A me sembra il contrario. Nel mio caso, fino a ottobre, la mia vita aveva un grande senso e vivevo male, talmente male da scappare nel modo più triste e ridicolo. Adesso non ho più un senso, vivo come viene, non ho un progetto, ho paura anche della mia ombra, arrivo a stento a fine mese, ho un lavoro precario e non ho più capito niente di me e della mia vita. Per dirla facile: ho perso tutti i miei punti base.
Però mi credi se ti dico che riesco ad avere alcuni spazi di piena felicità che prima non avevo?
Il senso alla vita, a volte, ti strizza il cervello come un limone e ti perdi le emozioni, belle o brutte che siano, in qualche bicchiere che si beve qualcun altro.
Il senso non lo voglio.
P.S.: Teresina sta diventando bellissima.

giovedì 21 maggio 2009

Corse di culo

Da ieri Teresina punta il sedere al pavimento, tira su le zampe posteriori e con quelle anteriori prende il volo, facendo certe corse di culo come una scheggia impazzita su un ghiacciaio. Io so che potrebbe avere qualche vermetto, però so anche che è stata sverminata e vaccinata e che riportarla dalla veterinaria, ora, sarebbe un ulteriore stress. Così ho chiamato il mio conoscente addestratore e gli ho chiesto consiglio.
"Se ha i vermi te ne accorgi subito" mi ha detto.
"Come?" gli ho chiesto.
"Portando il tuo naso a pochi cm dal suo sederino. Se senti una puzza allucinante ha i vermi, altrimenti è a posto!".
No, non ce la faccio. E se poi mi spara una scoreggia in faccia? Io sono un po' schifettosa.

Ho scritto un annuncio al supermercato, quindi: "A.A.A. cercasi annusatore/annusatrice di sedere di cane per capire se ha i vermi". Vediamo che succede.

mercoledì 20 maggio 2009

C'è una talpa

Tra i miei amici c'è una talpa. Sono a dir poco agitata, non saprei proprio chi. Avrei potuto pensare ai miei genitori, ma a loro non ho ancora detto di Teresina.
Marco, ieri sera, mi ha mandato un sms con su scritto: tanta felicità a te e alla tua cagnolina. Scoprirò chi è, però, adesso, sono veramente giù, perché avrei messo la mano sul fuoco su di loro, che mi hanno aiutata ad andare via da lui.
A meno che questo stronzo di mio marito non mi segua, ma no, non credo, non siamo in un film.

martedì 19 maggio 2009

Il silenzio

Silenzio.
Ho sentito un silenzio improvviso e riempente, mentre incontravo uno sguardo dietro una gabbia. Quello sguardo era la cornice di un corpicino magro e indifeso. Sai una cosa? Se guardando due occhi indifesi e impauriti, non senti il silenzio, allora è un guaio. Mi sono avvicinata e ho sentito l'odore dell'abbandono. Due occhi così ti uccidono, se non fai qualcosa. Ho fatto un respiro pieno -giù, fino in fondo- fino al massimo dell'espansione muscolare, fino a sentire una specie di dolore sordo. Non mi vergogno a dire che, vedendo quella piccola, dolce bestiolina, ho pianto in silenzio. Me ne sono stata ferma, avanti ai suoi occhi tondi come la luna piena e ho lasciato scendere la commozione pensando a una sola cosa. "Piccola" le ho detto "ti giuro che farò in modo che i tuoi occhi saranno tondi come il sole!"
Dimmi cos'è quel legame che si crea improvviso e inaspettato tra due anime. Dimmi che nome dare a quella dipendenza dolcissima e indistruttibile che nasce in uno sguardo e che ti fa fare l'unica cosa che potresti fare: lasciarti andare, senza domande, senza pensieri, come se non si potesse fare altro che non domandare, nè pensare.
Lei si chiama Teresina, è una cagnolina di circa tre anni, abbandonata e bastonata, con due occhi ancora tondi come la luna ed è la mia nuova compagna di vita. E' con me da venerdì sera e sono felice per lei e per me.

giovedì 14 maggio 2009

Lievissima

Nel mondo degli psicologi da ticket, ovvero nella psicologia di noi che ce la giochiamo con uno stipendio minimo al mese, comprando un pacchetto di 10 ore a 15 euro, c'è Caronte che traghetta noi anime agitate dallo psicologo giusto. E come lo fa? Con delle domande prestampate:
- Nome? Anni? e bla, bla, bla.
- perché sei qui?
- sei arrivato/a di tua spontaneità o sei stata consigliato/a?
- pensi spesso alla morte?
- fai uso di sostanze stupefacenti o hai il desiderio di usarle?
- fai uso costante di alcool o hai il desiderio di provarci?
- stai usando psicofarmaci?
- cosa ti aspetti da questo incontro?
- E' la prima volta che chiedi un colloquio con uno psicologo?

In base alle mie risposte, io mi sono beccata una tipa riccioluta e bionda che sembra essere convinta che io soffra di una lieve, anzi lievissima (ci ha tenuto a specificare il superlativo) forma di fobia sociale. Ed io che ero convinta di essere solo una piena di insicurezze, guarda tu!? Ora mi si apre il mondo della fobia sociale. Se continuiamo su questa strada, tra un mese mi sarà diagnosticata una lieve, anzi lievissima forma di schizofrenia.
Questa, poi, usa uno smalto schifoso: rosso! Il rosso sulle unghie mi fa tremare, come quando vedo un ragno sul muro. Una psicologa dovrebbe optare per le trasparenze, anche sulle unghie, invece no! Mi sono beccata quella dalle unghie rosse che ti lancia messaggi lievissimi e subdolissimi.
Non mi stupirei che 'sta donna sia diventata psicologa, perché voleva salvare i cuccioli di cane abbandonati e, senza capirne bene il motivo, si è ritrovata a tentare di salvare adulti umani.
Sento che la sociofobica è lei.

martedì 12 maggio 2009

Mangia-mosche

Mi hanno regalato una piantina carnivora. "Mangia le mosche" mi hanno detto e io ero contenta, pensando che mi sarei risparmiata il raid. Mi immaginavo la piantina che catturava le mosche in volo e al volo. Il come non me lo ero chiesta. Poi mi hanno detto che no, non era così: dovevo stecchirle io e dargliene almeno una alla settimana. Ieri ne ho ammazzata una e gliel'ho messa tra le foglie dentate. Quella ha fatto un movimento fortuito e se l'è presa con ingordigia. Uno schifo...
E' stato un trauma: ho fatto un balzo indietro e ho sussurrato una roba tipo "Vaffanculo".
Io 'sta cosa non la voglio a casa. Ho paura. Crescerà e non si accontenterà più delle mosche.

domenica 10 maggio 2009

Queste mamme (la mia)

Ah, queste mamme.
Ah, queste mamme che, quando eri piccola, erano felici di un paio di fiorellini raccolti nel giardino di casa per la loro festa...
Queste mamme che, adesso, se compri loro un bel mazzo di fiori pensano alla banalità...
Eppure -posso assicurare!- il processo mentale/emotivo/affettuoso è lo stesso.
Alla prossima festa un bel sasso in fronte, possibilmente decorato a mano.

venerdì 8 maggio 2009

Nottataccia

Se c'è una cosa che non mi piace in questa vita indipendente e solitaria è sentire, di notte, le auto che camminano per strada. Mi inquieta, mi allarga la circonferenza del senso di solitudine. Quel rumore di motori che sfrecciano nelle strade, mentre le luci delle case sono spente, mi fanno fare brutti pensieri. Così mi tocca accendere la televisione alle 3 della notte e concentrarmi su quel che si dice o si fa e, intanto, il sonno e il risposo se ne vanno a braccetto in Egitto.

giovedì 7 maggio 2009

Che noia

Prima chiacchierata con la psicologa: uno schifo. Un pezzo di noia così me lo ricorderò per molto.
Domanda con deduzione: è la noia l'antidoto degli attacchi di panico? Non mi piace, non ci voglio andare più. Mi sono sentita una banana da sbucciare.

mercoledì 6 maggio 2009

E dopo mesi, l'ho fatto e sono felice

Ho sempre portato i capelli lunghi. Ultimamente, però, tra la voglia di cambiare e di sentirmi più fresca dentro e fuori rimuginavo l'idea di tagliarmi i capelli all'Amelie. Il viso ce l'ho aggraziato e sono piccina, quindi perché no? Solo che, ogni volta, mi spaventavo del cambiamento e tornavo sui miei passi. Mi chiedo come facciano quelle donne a gonfiarsi labbra, seno, zigomi senza cadere in crisi violenta. Boh!?
Comunque, l'ho fatto. Ho preso coraggio e via, me li sono fatti tagliare all'amelie. Ho tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo, tremante, impaurita, agitata, euforica. "Madonna mia" pensavo "se sto male e sono ridicola, mi toccherà andare in esilio da qualche parte!".
Volevo fermare Rita, la mia amica parrucchiera, alla seconda forbiciata ma oramai...
Era fatta.
Fatto.
Mi sono guardata, piano piano, tipo quando allarghi le dita della mano sulla faccia con calma per paura di vedere un mostro. Un mostro? Mi sono vista carina, ragazzina, roba da tornare al liceo e starmene lì a godere dei banchi, degli amici, dei professori.
Sono così felice! Mi metterei a correre per le strade urlando "Evviiiiiivaaaaaaa!".

Taglio all'amelie.

Post scriptum

Il nostro caro banchiere ha ancora il riporto, però se l'è accorciato. Dietro ha fatto una cosa strana: ha tagliato il troppo e se lo è pettinato in su, stile cresta. Ora sembra un pappagallo agitato. Chissà quando si alza dal letto, al mattino, in che condizioni è. Mi piacerebbe vederlo, ma anche no.
A uno così potrebbero crescere i gerani sul pube. Non so come mai mi è venuta questa idea.

martedì 5 maggio 2009

Collisione emotiva

Sono stanca e incazzata: 27 sms di Marco in due ore possono uccidere la psiche di un buddista, figurati la mia. Amore, scuse, desiderio di ricominciare, frasi fatte, frasi fattone, frasi sfatte e tante altre stronzate tipo "Andiamo dallo psicologo insieme e cerchiamo di recuperare!", "Senza di te la mia vita non ha senso.", "Sei il mio sole e la mia luna." Un giorno incontrerò un uomo che mi dirà "Sei la mia pozzanghera" e lo amerò per sempre.
In realtà io sono solo una federica qualunque e vorrei essere trattata come tale. Questi eccessi d'amore banale non fanno più per me. Ho voglia di freschezza, di risate, di pizza, di passeggiate, di calma. Ecco, di calma: come una pensionata che vuole godersi le cose sotto altri puntidi vista. Io voglio vivermi l'amore sotto altri punti di vista. Basta ansie e anemie psicologiche. Stop. Voglio una collisione verso la quiete emotiva.

lunedì 4 maggio 2009

Zia

La mia collega ci ha dato una bellissima notizia: aspetta un bimbo; e mentre lo diceva aveva la mano sulla sua pancia. In quel momento ho avuto la sensazione di non avere un notevole istinto materno e, così, sono arrivata a una conclusione: ci sono donne che nascono per essere mamme, io (e molte altre) per essere zia.

domenica 3 maggio 2009

Di nuovo in collegio

Essere tornata a casa oggi, è stato come tornare in collegio dopo le feste di Natale. Ho svuotato lo zaino e ho pensato con nostalgia a quando lo avevo riempito. Avrei voluto riempirlo di nuovo e scappare via, ma il camper aveva già svoltato l’angolo da almeno 20 minuti. E’ arrivata l’ora: devo convincermi definitivamente che questa, per adesso, è la mia casa e che questa, per ora, è la mia vita. Il resto è una distrazione momentanea, una parentesi gioiosa. Se potessi, mi pare chiaro, vorrei che la mia vita fosse tutta come i tre bellissimi giorni appena trascorsi.

Tre giorni così, con tre amici così, rimangono dentro. Credo di non aver mai smesso di sorridere per tutto il tempo, roba da sembrare un po’ ebete. Mi è piaciuto tutto, non c’è stato niente di niente che mi abbia, anche solo leggermente, infastidita. La sfumatura più bella, in tutta questa serenità-contentezza, è che nemmeno una volta ho sentito la mancanza di Marco, del marco di una volta. Senza di lui mi sembra tutto più sciatto, ma questi tre giorni no, questi tre giorni non hanno avuto niente di sciatto.

Ho messo i piedi nel mare, sono andata sull’altalena, ho preso una leggera testata sullo scivolo, ho cucinato un’insalatina di pomodoro pazzesca (e che sarà mai?), ho comprato due libri (Dostoievski “L’orfana”-“Le notti bianche”. Tolstoj “La morte di Ivan Ilijc”- “La sonata a Kreutzer”) stampati nel 1952 con le pagine favolosamente ingiallite e le copertine un po’ disfatte dall’uso, ho dormito profondamente senza prendere niente, ho espresso qualche desiderio soffiando sui fiori con le piume d’oca e poi ho visto l’alba, me la sono goduta per quella che era, senza malinconie o rimpianti. Se avessi potuto avrei rallentato l’attimo, fino a farlo diventare due o tre attimi. Avrei messo il rallentatore alle lancette dell’orologio. Magari!

Magari riuscissi a fermarti , tempo,
magari io avessi potuto schiacciare il freno
di quell’alba
che trottava via dall’oblò,
lasciando un ordine addolcito
delle mie emozioni spettinate.
Se io avessi avuto quel freno,
sarei rimasta a mirarla e rimirarla
come si fa con una cosa bella,
talmente bella
da essere bella senza bisogno
di alcun accento con arzigogolo.
Avrei raffinato il mio cuore
con i suoi colori
tenui e forti,
assopiti e splendenti,
come quando perdi il sonno
e ti slanci verso il giorno.
Avrei sragionato, con parole impulsive,
come faccio ora,
che cerco di ricordare
lo svolazzare di quell’attimo
precipitoso
che vorrei rendere
apparentemente eterno.

P.S.: non ero mai riuscita a imparare a fare le capriole. Beh, in questi giorni ci sono riuscita. Adesso sono capriola -dotata anche io. C’è chi si dà all’ippica, io mi darò alle capriole.